Deep Purple

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  1. Lord Thanatos
     
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    La prima line-up dei Deep Purple era formata da Ritchie Blackmore alla chitarra, Rod Evans alla voce, Nick Simper al basso, John Lord alle tastiere e Ian Paice alla batteria.

    Nel 1968 la band, grazie all'amicizia di Blackmore con il produttore della Parlophone Lawrence, pubblica l'album del debutto intitolato "Shades of Deep Purple". È un album immaturo, ma si intravedono già grandi potenzialità. Il primo singolo del gruppo è la cover di un brano di un'altra band: gli Hush. Dopo questo album il gruppo passa dalla "povera" Parlophone alla ben più accreditata Hearvest.

    Dopo una prima visita negli U.S.A., i Deep Purple nel 1969 incidono il loro secondo album a supporto di un grande tour a cui dovevano partecipare; l'album si intitola "Book of Taliesyn". In questo disco iniziano a venir fuori i primi contrasti per decidere la strada da intraprendere. Infatti Lord e Blackmore volgliono dare una impronta "più heavy" al gruppo. Quindi via il bassista Simper, considerato bravo ma troppo "normale" per il cambiamento, e via soprattutto il cantante Evans, bravo nei brani calmi ma poco a proprio agio in quelli più aggressivi.

    Viene cosi ingaggiato il cantante Ian Gillan e l'ex bassista degli Episode Six Roger Glover. L'ingaggio dei nuovi componenti viene fatto di nascosto durante l'incisione del terzo e ultimo album con Simper e Evans, chiamato "Deep Purple" (sempre nel 1969). Tale album è da considerare l'epitaffio finale di questa formazione; inciso in un clima di evidente contrasto, non ha successo né in America né in Europa.

    La seconda formazione, appena composta, può essere considerata la migliore di tutte, ed è formata da Blackmore, Gillan, Lord, Glover e Paice.

    Intanto, prima dell'entrata in studio per incidere il loro capolavoro, John Lord, sempre appassionato di musica classica, riesce a convincere il resto del gruppo a partecipare a un particolare progetto: un concerto con la Royal Philamonic Orchestra. Nella mente di Lord si sta delineando il progetto di fondere il rock con la musica classica. Il concerto, con l'apporto di ben 110 strumentisti diretti da Malcolm Arnold, è un grande successo sia di pubblico sia nella ristampa in vinile. Ma si tratta di un progetto estemporaneo: infatti il resto del gruppo decide di continuare per la strada dell'hard-rock, conscia del grande potenziale acquisito grazie anche all'esperienza appena citata.
    Nel giugno del 1970 i Deep Purple conoscono il giovane produttore Martin Birch, che sarà la chiave di volta verso il successo. Dall'unione del talento dei Deep Purple e della geniale mente di Birch nasce l'album che crea e conia definitivamente il termine hard-rock: l'album in questione si intitola, appunto, "In rock". Già da qualche anno chitarre elettriche, riff pesanti e suoni potenti erano divenute prerogrative di alcuni gruppi (Yes e Who), ma nessuno era mai riuscito a trasmettere tutta questa potenza in studio. "In rock" è per l'epoca un album violento, grazie alle magiche colate metalliche di Blackmore, al tagliente organo di Lord, alla geniale e precisa ritmica del duo Paice-Glover e alle acrobazie vocali di Gillan. Bisogna ammettere che tutto questo viene reso possibile solo grazie a Martin Birch, il primo a riuscire a incanalare la potenza sonora di un gruppo in un album. Storiche sono "Speed king", "Black night" e soprattutto il classico dei classici "Child in time", perfettamente accompagnata da un insieme di ritmica e melodia che farà scuola e dalle acrobazie vocali di Ian Gillan. I Deep Purple diventano così una band di fama mondiale.

    Nel 1971 esce "Fireball": bell'album, anche se qualitativamente inferiore a "In rock". Da segnalare inoltre "Strange kind of woman".

    Nel 1972 esce "Machine head", registrato a Montreux in Svizzera, primo album per la loro casa discografica personale, la Purple Records. Questo album è il più famoso della band e il più venduto; contiene i due pezzi più famosi dei Deep Purple: "Highway star" e la più grande canzone dell'intera storia del rock: la mitica "Smoke on the water". Il testo di "Smoke on the water" narra la storia dell'album: i Purple avevano deciso di registrare il disco, sempre con Birch, al Casinò. Un fan però, durante il concerto di Frank Zappa e dei suoi Mothers of Inventino, diede fuoco al Casinò; allora la band dovette incidere l'album nello studio mobile dei Rolling Stone e poi completarlo al vicino Grand Hotel. Inoltre, dato che il Casino si trovava vicino al lago di Ginevra, il fumo dell'incendio sembrava venir fuori dall'acqua del lago (ecco quindi "smoke on the water" = "fumo sull'acqua").

    I Deep Purple iniziano una serie ininterrotta di concerti in tutto il mondo. Da segnalare a giugno una performance al Rainbow's Theatre di Londra, grazie alla quale entrarono nel guinness dei primati per il concerto più rumoroso dell'epoca.

    Successivamente i Deep Purple si recano fino in Giappone per una serie di date. Questi concerti vengono incisi per un album live, inizialmente solo per il mercato giapponese, poi distribuito in tutto il mondo. L'album dal vivo venne chiamato "Made in Japan" ed esce nel dicembre 1972. Siamo davanti al capolavoro della band: ogni canzone di questo doppio vinile surclassa l'omonima versione in studio. Ogni traccia viene stravolta con lunghissime fughe strumentali che servono per mostrare l'alto livello tecnico della band; mai più la band raggiungerà un prestazione cosi alta nei futuri album live. Da segnalare la stupenda versione di "Smoke on the water" in cui Blackmore gioca con il riff iniziale, la potentissima versione di "Highway star" capace di far ammutolire tutti i futuri metallari e l'appassionante versione di "Child in time" in cui la voce di Gillan gioca con l'hammond di John Lord; uno spettacolo magnifico per tutti i fanatici del genere. Questo disco dal vivo è considerato da tutti il grande album live della storia, preso come esempio e paragone da tutti i gruppi rock successivi. Se volete una sintesi di tutta la trentennale storia dei Deep Purple e dell'hard-rock in generale, compratevi questo disco...
    Nel 1973, per accontentare il sempre più esigente mercato discografico viene dato alla luce l'album "Who do you think we are". Questo album, forse troppo poco pensato, non è esaltante e le vendite vanno male. Inoltre iniziano a diventare sempre più vistosi i contrasti tra Gillan e Blackmore. Il vocalist infatti rassegna le sue dimissioni, e poco dopo anche Glover deve andarsene, perché licenziato dal sempre più egocentrico Blackmore. L'ultima performance della mark 2 è datata agosto 1973.

    Dopo un mese di silenzio il trio superstite annuncia di aver ingaggiato come nuovo bassista Glennhughes, ex bassista dei Trapeze dotato di grandi capacità compositive e vocali. Il vero problema però è trovare un front-man, capace di reggere le platee oceaniche che i Deep Purple ai tempi intrattengono. La scelta del nuovo cantante si dimostra ancora più difficile del previsto; infatti tutti i vari candidati o declinano l'offerta o sono brutalmente scartati da Blackmore. Una sera però Ian Paice nota un giovane cantante che si esibisce in un locale con il suo gruppo (i The Fabulosa Brothers), David Coverdale. Ian Paice invita il giovane a un'audizione a Londra; il ragazzo, al tempo commesso in un negozio, accetta, e dopo una settimana di audizione diventa il nuovo cantante dei Deep Purple. Ecco quindi la mark 3 dei Deep Purple, formata da David Coverdale alla voce, Ritchie Blackmore alla chitarra, Glenn Hughes al basso e cori, John Lord alle tastiere e Ian Paice alla batteria.

    La band si reca a Montreux per registrare il nuovo album, che esce nel 1974 e viene intitolato "Burn". Il ritorno in studio dei Purple fu sensazionale: grazie alle doti strumentali e vocali di Hughes e al timbro vocale nero di Coverdale i Deep Purple sono rinati. In "Burn" Blackmore esprime l'astro dei tempi migliori, e si inventa, nella title-track, il riff più potente dell'epoca; Ian Paice domina la scena con una grandissima serie di passaggi virtuosistici sfidando John Bonham dei Led Zeppelin sul terreno dell'abilità tecnica. Da segnalare "Lady down, stay down" caratterizzata dal canto in diverse tonalità di Coverdale e Hughes, e soprattutto "Mistreated", che diventerà il cavallo di battaglia delle performance di Coverdale: sette minuti di crescendo emozionali ben orchestrati dall'ipnotica chitarra di Blackmore e dalla stupenda voce blues di David Coverdale.

    Nello stesso anno, grazie alla grande collaborazione Blackmore-Coverdale, i Deep Purple danno alle stampe il complesso e controverso "Stormbringer", album con una portentosa title-track in perfetto stile-Purple, ma risente dei contrasti che si stanno creando all'interno della band per decidere la strada da intraprendere. Blackmore infatti non sopporta più sia la smania di protagonismo vocale di Hughes e la sua fissazione con il funk, sia l'ossessione di Coverdale per il blues. Questa divergenza di opinione si nota nell'album: infatti le canzoni più funk vengono cantate da Hughes e quelle più blues da Coverdale; i duetti tanto belli dell'album precedente qui sono al di sotto delle aspettative. Si tratta comunque di un disco epocale, in cui per la prima volta vari generi musicali vengono messi insieme.
    I contrasti si fanno sempre più forti e Blackmore decide di lasciare il gruppo e dare vita al progetto Rainbow con Ronnie James Dio; l'ultima performance di Blackmore con il gruppo è nell'aprile 1975. Coverdale decide di sostituire il mitico e carismatico chitarrista con una giovane promessa americana di nome Tommy Bolin. Il giovane e talentuoso chitarrista porta nuova freschezza nella band e, oltre ad avere delle buone qualità vocali, possiede ottime capacità di song-writer.

    Il risultato della nuova entrata è l'album "Come taste the band", del dicembre 1975. È un album molto particolare e introspettivo, in cui il lato funk prende il sopravvento soprattutto grazie all'amicizia tra Bolin e Hughes. Tutto sembra perfetto ma, purtroppo, come vedremo non sarà così.

    Infatti all'inizio del tour il gruppo scopre che Bolin è dipendente dalla droga. Di conseguenza le performance del gruppo dipendono dallo stato del chitarrista; inoltre anche Hughes comincia a servirsi di droga. Intanto però, per rinverdire i fasti di "Made in Japan", viene dato alla luce il live "Made in Europe", in cui suona anche Blackmore e che serve da definitivo epitaffio alla mark 3. I Deep Purple sono sempre più allo sbando per colpa dell'incostanza di Bolin: la situazione è critica. Nel dicembre 1976 Tommy Bolin muore di overdose; i Purple rimasti decidono di sciogliere il gruppo per riorganizzare le loro vite e carriere. La storia dei Deep Purple sembra finita, ma chissà se è veramente così?

    David Coverdale dopo due album solisti, insieme a Lord e Paice, dà vita agli Whitesnake per cercare di ricreare quell'atmosfera blues che gli è tanto cara. Glover si cimenta come produttore e raggiunge Blackmore nei Rainbow. Gillan, dopo vari album solisti, entra per un periodo nei Black Sabbath. Glenn "the voice of hard-rock" Hughes, dopo aver risolto i suoi problemi con la droga, presta la sua bellissima voce ai progetti più disparati, tenta di rifondare i Trapeze e, per finire, fa anche lui un'apparizione nei Black Sabbath. Dopo lo scioglimento dei Deep Purple vengono messe in commercio varie raccolte e vari album live accettati o meno dagli ex-membri, ma, data la loro irrilevanza biografica, preferiamo tralasciarle.

    Nel 1984, otto anni dopo lo scioglimento dei Deep Purple, e dopo mesi di estenuanti trattative, la mark 2, la più gloriosa, viene rimessa in piedi per un ritorno che sarà straordinario.

    Nel dicembre di quell'anno esce, per l'etichetta Polydor, l'album "Perfect stranger", un grande album in cui le sonorità di "Machine head" vengono riprese e aggiornate per la nuova epoca.

    Cercando di sfruttare l'enorme successo della reunion, viene dato alle stampe nel 1987 l'album "House of blue light", che è da considerare un album veramente mediocre in cui i vecchi contrasti tra Gillan e Blackmore riaffiorano; inoltre anche il resto del gruppo non fa niente per evitare il pessimo risultato.
    Per cercare di far dimenticare la brutta prova dell'album in studio i Deep Purple buttano in un tour mondiale da cui viene estratto un album dal vivo, intitolato "Nobody's perfect", datato 1988.

    Ma ecco che ancora una volta il brutto caratterino di Blackmore porta alla cacciata di Gillan, sostituito dall'ex-cantante dei Rainbow John Lynn Turner; il resto del gruppo accetta a malincuore la sostituzione, sperando però che l'arrivo di Turner porti linfa nuova nei Deep Purple. Nel 1990 esce per la nuova etichetta RCA l'album "Slaves and masters": un vero fiasco, sembra di sentire la brutta copia dei Rainbow. Il fallimento di questo album è da attribuire all'intero gruppo; infatti Paice, Glover e Lord, ancora scossi dalla cacciata di Gillan, non si impegnano; Blackmore invece, contento del nuovo cantante fa del suo meglio, ma copre con la sua chitarra gli altri strumenti. Su Turner, da tutti considerato all'epoca l'unico colpevole del fiasco, bisogna fare un discorso a parte: infatti lui è un cantante AOR (sigla che sta per "Adult-Oriented Rock"), completamente inadatto per il puro rock duro proposto dai Deep Purple.

    Dopo vari tentennamenti durati dal 1991 al 1993, durante le registrazioni del nuovo album, Lord Paice e Glover operano un vero golpe: con il beneplacito, molto sofferto di Blackmore, cacciano Turner, cancellano le parti vocali del cantante americano e richiamano Gillan. In questo clima di evidente confusione viene dato alla luce nel 1993 l'album "The battle rages on". Dalle premesse sopra descritte potrebbe sembrare che l'album sia penoso, invece è un gran bell'album pieno di riff orientaleggianti e molto interessanti.

    Blackmore però è insofferente per questa situazione e ancora prima della partenza del tour annuncia che avrebbe abbandonato definitivamente il gruppo. Così, durante la pausa tra il tour europeo e quello giapponese, Blackmore lascia: l'ultima performance con i Deep Purple è a Helsinky il 17 novembre 1993. Al suo posto viene ingaggiato come tour-man Joe Satriani. Viene dato alla luce, per commemorare venticinquesimo anno di esistenza del gruppo, un live chiamato "Come Hell or high water", che inizialmente doveva includere performance sia con Satriani sia con Blackmore, ma che alla fine conterrà soltanto canzoni con Ritchie "the man in black" Blackmore. L'album dal vivo è molto interessante, sia perché si possono ascoltare dei vecchi classici, sia peri nuovi brani molto ben suonati.

    Nel 1995 viene assoldato come nuovo chitarrista il talentuoso Steve Morse, grande innovatore negli anni '80 del suo strumento. La prima prova dei Deep Purple con il talento del più giovane Morse è "Perpendicoular", uscito per l'etichetta EMI (che una volta distribuiva i loro dischi attraverso la Purple Records). Il disco è veramente una sorpresa, perché lo stile completamente diverso di Steve Morse rispetto a quello di Blackmore porta il gruppo ad aggiornare in modo veramente efficace il suo sound. La canzone "Ted the mechanic" entra anche nelle chart specializzate (cosa che non succedeva da anni).
    Per celebrare la nuova mark 7 viene dato alla luce un album dal vivo registrato in una serata a Parigi, il cui nome è "Live at Olimpia 1996". Questo live è da segnalare per la presenza di molte canzoni nuove e per quella di canzoni di epoca giurassica, inserite al posto di qualche classico. La presenza di Morse ha un effetto straordinario su tutto il gruppo: infatti, dopo tanti anni di litigi, i concerti dei Deep Purple tornano a essere quell'evento straordinario in cui il pubblico è il vero protagonista. L'affiatamento tra Morse e il resto del gruppo non è ancora al massimo, ma c'è tempo per rimediare.

    Nel 1998 esce il secondo album dell'era-Morse: "Total abandon"; ed ecco ancora una nuova sorpresa per la freschezza dei suoni e per la grande perizia tecnica di Morse; è come al solito un nuovo album dal vivo, in cui vengono proposti proprio tutte le canzoni più famose. Il suono è più compatto, anche se un po' freddino nelle prime canzoni per colpa dell'emozione nel dover incidere un nuovo album e nel suonare in Australia dopo tanti di anni (anche le star del rock si emozionano...).

    Nel 2000, dopo trent'anni, abbiamo una sorpresa: finalmente Lord riesce a convincere il gruppo a riprovare l'esperienza di suonare con un orchestra, e il risultato è veramente straordinario. Il concerto con la London Phliarmonic Orchestra è qualcosa di eccezionale: immaginatevi "Smoke on the water" con l'orchestra e in più la guest voice di Ronnie James Dio; non dico altro.

    Da segnalare nel 2002 una brutta notizia: infatti John Lord lascia i Deep Purple per motivi vari, ma si dichiara disponibile per qualche canzone del nuovo album; al suo posto viene ingaggiato il navigato Don Avery. Con la dipartita di Lord se ne va l'anima dei Deep Purple, l'uomo che li ha fondati.

    Nel frattempo gli altri si preparano a incidere il nuovo album: verso la fine del 2003 esce in tutto il mondo "Bananas". Dopo un attento ascolto si può dire che ci troviamo di fronte a un buon album, più leggero di "Abandon", nel quale grazie al produttore Michael Breadford i Deep Purple sfornano una prestazione forse meno heavy dei precedenti CD ma comunque soddisfacente. Don Avery fa molto bene il suo dovere, anche se a volte si sente il fantasma di John Lord; per dare un giudizio sul nuovo componente del gruppo forse è meglio aspettare. Per il resto tutto come al solito: Paice e Glover sono ancora sugli scudi, Morse è e rimane un guitar-hero e Gillan un grande front-man che avrà pure perso un po' di voce ma che comunque ormai rimane (dopo la dipartita di Lord) l'unico leader all'interno di questa leggendaria band che non smetterà mai di suonare e di divertire i propri fan.

    A fine ottobre 2005 esce "Rapture of the Deep", mentre del 2006 è "Highway stars". Su invito di Bob Geldof, il 2 luglio 2005 i Deep Purple parteciparono al Live 8, organizzato per chiedere al G8 la cancellazione del debito dei paesi africani, dimostrandosi uno dei gruppi più applauditi dell'intero evento sul palco di Barrie in Canada, davanti a un pubblico di oltre 35.000 persone.


    Discografia
    1. "Shades of Deep Purple" (1968)
    2. "Deep Purple" (1969)
    3. "The book of Taliesyn" (1969)
    4. "Deep Purple in rock" (1970)
    5. "Fireball" (1971)
    6. "Machine head" (1972)
    7. "Made in Japan" (1973)
    8. "Burn" (1974)
    9. "Stormbringer" (1974)
    10. "Come taste the band" (1975)
    11. "Made in Europe" (1976)
    12. "Live in London" (1982)
    13. "Perfect strangers" (1984)
    14. "The house of blue light" (1987) 15. "Who do we think we are" (1988)
    16. "Slaves and masters" (1990)
    17. "The battle rages on" (1992)
    18. "On the wings of a Russian foxbat" (1995)
    19. "Live at the California Jam, 1974" (1996)
    20. "Purpendicular" (1996)
    21. "Abandon" (1998)
    22. "1420 Beachwood Drive" (2000)
    23. "Days may come and days may go" (2000)
    24. "Bananas" (2003)
    25. "The early years" (2004)
    26. "The rapture of the deep" (2005)
    27. "Highway stars" (2006)

    Canzoni




     
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  2. Beta*Lyrae
     
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    io adoro Black Night

     
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1 replies since 25/10/2010, 02:55   92 views
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